Al Café Carlyle sulle tracce di Woody Allen
Prima ancora di intraprendere il mio primo indimenticabile viaggio a New York, mi ero già innamorata di questa metropoli attraverso le scene dei film di Woody Allen.
Non è un caso che tutti i capitoli del mio libro su New York siano ispirati a film girati nella Grande Mela. Woody Allen come pochi ha saputo trasformare in immagini il proprio sviscerato amore per la Big Apple, mostrandocele sul grande schermo con rara maestria. Amo alla follia New York e non posso non amare Woody! Al Café dell’Hotel Carlyle, nella mitica Upper East Side, sulla 76°, la più danarosa e iconica zona della città, prima che il covid stravolgesse tutte le abitudini di noi umani, non solo a Manhattan, il geniale regista si esibiva ogni lunedì al clarinetto, in un repertorio di classici Jazz, accompagnato da piano, contrabbasso, tromba, banjo e trombone. Non mi dilungo qui su annose polemiche e vicende legali di cui il celebre regista è stato protagonista. Non sta a me emettere sentenze di assoluzione o condanna. Vi sto solo consigliando di tenere dritte le antenne e prepararvi a correre il prima possibile a New York, non appena la fine della pandemia ci restituirà la nostra libertà, per vivere un’esperienza che non dimenticherete e che vi trasporterà dritti dritti dentro le scene dell’ultimo, delicato, film del nostro grande Woody: Un giorno di pioggia a New York, per continuare ancora a sognare le mille strabilianti luci di Manhattan.